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FESTA DELLA MAMMA

Niente, sono fuori da quell'incubo da soli 3 mesi e mi sembra tutto molto lontano, un lontano e brutto ricordo.
Non ho più lo stipendio buono con i buoni pasto e l'assistenza sanitaria, eppure non ho più attacchi di panico e ansia. 
Il futuro non mi angoscia come prima. 
Ma come mai?

Prima era una continua angoscia, una corsa in centrifuga, ansia, incubi, attacchi di panico.
Ero calma e un attimo dopo ovunque fossi, all'improvviso, mi mancava l'aria.
Anche se ragionavo, se pianificavo e posticipavo il licenziamento ad un momento più ragionevole, il mio corpo si ribellava prepotentemente.

Ho perso uno stipendio fisso, ho perso contro l'ingiustizia, contro chi odia le donne e le madri e le famiglie. Ho perso contro un'azienda che ha un solo obiettivo dichiarato: produrre ricchezza ai capi a discapito delle persone che spendono la loro vita per loro.  

Ho perso contro capi aggressivi e prepotenti, ho perso contro la loro propaganda.
Ho perso circa nove mesi di salute e di serenità e di piccole cose dei miei figli.
Mi sono cresciuti sotto il naso e non me ne ricordo, non me ne accorgevo, perchè la mia attenzione era tutta rivolta al mio malessere e alla mia sopravvivenza.
Sentivo solo la mia ferita. Sentivo solo il mio male.
 
Adesso non so nulla del futuro, non so cosa farò, mi preoccupo, mi metterò di nuovo alla ricerca prima o poi. Ma non riesco a starci male, non riesce a penetrarmi davvero questa preoccupazione. Non mi angoscia. 

Adesso io sono qui, li vedo i miei figli, vivo il mio tempo, sono qui nel momento, sono presente, sono attenta, sono serena, e sono grata, perchè sto bene.
Questa è la parte migliore in cui sono giovane ma non troppo immatura. Questa è la fase in cui i miei figli sono piccoli ma imparano, crescono, fanno le prime amicizie e io ci sono davvero, senza essere distratta dalla cattiveria che mi teneva in scacco. 
Ogni loro piccola conquista è una gioia ma è un allontanarsi da me.
Tra poco non avranno più bisogno di me. 

L'azienda è in corsa, l'azienda richiede il tuo tempo, richiede il tuo sforzo, ancora, e ancora, anno dopo anno. Ogni volta ti dice 'è solo quest'anno'.  Ogni volta ti illude che ti promuoverà.
Poi arriva un altra marea di progetti e ti ridice la stessa cosa, e tu continui, perchè non puoi uscire da quella ruota da criceto. 
E speri nella promozione, e speri che tutto poi migliorerà, che si respirerà. Insegui una data che si sposta sempre più in là. E insieme a te sperano altre cento madri in centrifuga come te. Tutte prese in giro come te.
Non si respira mai in realtà. Si respira solo nei momenti in cui c'è poco lavoro e questo non è un bene.

Per respirare dovrebbero cambiare mentalità e rendersi conto che si è bravi se si raggiungono gli obiettivi sprecando meno risorse (banalmente: impiegati che escono alle 4 e non alle 8, li paghi meno in straordinari, e consumi meno corrente, meno stampanti, telefono, luci, macchine del caffè etc. Impiegati meno stanchi e più appagati, che tornano belli freschi e rilassati in ufficio la mattina dopo, pronti per produrre davvero e non per presenziare)

Io sono uscita dalla ruota del criceto e sono qui adesso. 

Niente corse, li prendo a scuola materna e ce la prendiamo con calma, ci fermiamo per strada con le amichette, giocano, ridono, il tragitto verso casa è una passeggiata, non una cosa! Una passeggiata rincorrendo piccioni, salutando gli amici, arrampicandosi sul muretto, saltellando, ridendo, litigando.
Il tempo è nostro.
Il tempo è la vera valuta della nostra vita, uno dei beni più preziosi.
Ho tempo di essere mamma come voglio io.
Non mi sento 'solo' mamma. Non mi sento frustrata, in realtà mi sento ricca.
Questa è la più bella festa della mamma per me.
Ogni giorno là fuori le aziende dovrebbero capire e onorare le mamme.
Dovrebbero rispettarle, lasciar decidere a loro se vogliono o non vogliono fare carriera, se vogliono e quanto vogliono sacrificare il loro tempo, lasciare a loro la scelta di decidere come organizzarsi. Non dovrebbero giudicarle, non dovrebbero emarginarle e spingerle a prendere decisioni drastiche come la mia. 
Per quanto mi riguarda, la carriera può aspettare, che se la tengano. 

Quest'anno ho deciso di farmi questo regalo, anche se magari tra un po' dovrò ricominciare da capo, anche se dovrò fare un lavoro un domani che non sarà apparentemente 'fico' come quello. Che di fico non aveva proprio un cavolo a dire il vero.
Questa festa quest'anno per me significa questo. Essere libera di essere madre come voglio io, al tempo che stabilisco io. 

 

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