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La crisi

LA CRISI SECONDO EINSTEIN
La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. 
La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. 
E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie. 
Chi supera la crisi supera se stesso, senza essere 'superato'.
Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia.
Senza crisi non c’è merito.
È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze.

Sono in crisi. Sono in quel mezzo del cammin di nostra vita, in cui mi ritrovo in una selva oscura, e la via è decisamente smarrita.
Ero in una nicchia confortevole, con un lavoro soddisfacente, un part time che mi permetteva di conciliare tutto e non farmi domande. Eppure sapevo che era solo una bolla felice, me lo sentivo che sotto questa 'soddisfazione', c'era la crisi latente, sempre pronta ad emergere, strisciante, incombente.
E quando la bolla è esplosa e ho cambiato mansioni e orario, e tutta la mia vita è andata all'aria, la crisi è tornata.
La osservo da mesi questa crisi, che a volte mi travolge.  Certi giorni la guardo con distacco, come si guarda un quadro che si tenta di decifrare.
E cerco di capire dove mi porterà.
A volte, troppo spesso, fa più paura aprire quel portone che la porta chiusa alle proprie spalle.
Lasciare il certo per l'incerto non è facile.
Quando studiavo, mentre i miei compagni si preoccupavano di cosa avrebbero fatto da grandi, io ero tranquilla. Non mi importava, contavo sulla mia testa e sulle mie braccia, e qualcosa avrei trovato.
Non importava perché volevo studiare qualcosa che mi piaceva, il resto sarebbe venuto da sé.
Inseguivo un sogno, forse poco realistico, che mi diceva che valeva la pena fare ciò che ci piace, e che il resto si sarebbe risolto.
Non è forse peggio trovarsi a studiare qualcosa che non piace, per un lavoro, e poi magari non trovare lavoro comunque?
Ed è questo che direi ai giovani di oggi. Di studiare quel che si ama, ma di fare qualsiasi lavoro, di sporcarsi le mani, come in qualche modo ho fatto io. Sono arrivata a mettermi alla prova con un settore che odiavo, per scommessa, per dire 'posso fare tutto se voglio', e  certo anche per fare curriculum.
E alla fine ci sono rimasta in quel settore, e in qualcosa mi sono anche appassionata.
E intanto il tempo è passato, sono cresciuta, mi sono sposata, ho fatto un mutuo e dei figli.
E sono diventata la classica persona che si è sistemata, che si è fossilizzata in un lavoro che non ama, che non la appassiona, ma con cui ci paga le bollette.
Ed ecco la crisi. La crisi che mi dice che devo avere il coraggio di cambiare, che se non rischio ora, quando lo farò mai? La crisi che mi dice 'tu oggi vuoi stare accanto ai tuoi figli, perché oggi sono piccoli' e mi spinge a cercare un lavoro part time. La crisi che mi dice 'c'è tutto un mondo fuori da quelle mura, difficile, spaventoso, ma anche eccitante'.
La crisi mi fa avere tanta paura di cambiare, di sbagliare, ma anche tanta voglia di uscire da questa gabbia di sicurezza (che è incerta comunque come tutte le altre cose...niente è sicuro).
Abbiamo più paura di riuscire, e di essere felici, che di fallire.
Lo sappiamo in fondo tutti che a volte la scelta più felice sarebbe quella sbagliata. Ma non abbiamo il coraggio di prendere quella decisione.
Stavo molto meglio prima, rimpiango quegli anni di tranquillità appagante, in cui facevo il mio lavoro, tornavo soddisfatta e mi dedicavo alla famiglia, in una perenne centrifuga, in cui tutto però funzionava e non mi facevo più domande. Io ero comunque sempre me stessa, non ero solo madre, coltivavo sempre dentro di me la curiosità, le mie passioni.
Ma devo benedire davvero questa crisi, perché in quella situazione appagante e comoda, non avrei più cercato. 
Non ho ancora scoperto qual è il lavoro che può appassionarmi.
Non ho ancora trovato la risposta, non ho trovato la soluzione alla crisi.
Sento solo questa profonda crisi, che mi dice che devo trovare la risposta, che c'è altro che posso fare bene, benissimo, che c'è un modo da qualche parte per essere gratificata e seguire la mia famiglia.
Non l'ho ancora trovato, non lo troverò facilmente e non ho idea di cosa sia.
E probabilmente mi farà guadagnare meno soldi e benefit, e faticherò molto.
Ma è chiaro, solo adesso, nella crisi, che ho bisogno di cercare.
La risposta è semplice, chiara, e torna in ogni cosa che guardo, ogni cosa ogni giorno mi dà questa risposta: cerca, fai ciò che ti fa stare bene, segui il tuo istinto.
So che deve essere così, ma non so come né quando.
Questo vale per me adesso, ed è un invito a riflettere.
Non è un invito ad abbandonare un lavoro sicuro in maniera irresponsabile, di buttarsi allo sbaraglio senza fare due conti.
Questo è un invito a una riflessione. 
Perché se ci lamentiamo da anni, se siamo da sempre infelici, frustrati, non possiamo continuare a crogiolarci nelle nostre sicurezze, nei soliti discorsi 'eh ma cosa troverò mai là fuori', facendoci i conti dei buoni pasto etc
A volte bisogna rischiare.... bisogna almeno provarci.


Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza
per inseguire un sogno,
chi non si permette
almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.

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