Questi sono giorni di nostalgia. Non solo perché il mio figlio più grande ha iniziato la primaria. Sono giorni di nostalgia anche per il mio più piccolo.
Era nella stessa classe della scuola dell'infanzia, e in questi anni ha condiviso ogni momento della giornata col fratello.
Adesso di colpo si trova solo, intimorito senza il suo fratellone, e oltre alla normale 'invidia' del nuovo percorso e delle nuove esperienze che l'altro sta facendo, c'è anche la mancanza del suo compagno di giochi.
Così passiamo molto tempo io e lui, me lo coccolo di più.
E lui è veramente smarrito, ha bisogno della mia presenza, delle coccole.
Lo percepisco da come afferra la mia mano, da come si aggrappa.
Vuole rincorrere il fratello e dire 'anch'io', ma ha bisogno di fare la sua strada e di restare ancora piccolo.
Ho bisogno anch'io che resti piccolo ancora per un po'.
Il tempo con loro è il bene più prezioso, lo ripeto ogni ora del giorno.
Lo ripeto a me stessa per non dimenticarlo.
Lo ripeto in silenzio mentre lui abbandona la sua manina nella mia, per sentirsi di nuovo sicuro.
Lo grido dentro di me mentre sento la sua manina appiccicosa e sono sicura che ho fatto la scelta giusta per me, per noi.
Ho scelto il tempo, ho scelto l'adesso, ho scelto quella manina appiccicosa.
Non c'era niente di più prezioso, e io lo stringo forte questo bene immenso, che resti con me per sempre, anche quando la mia mano sarà rugosa, e la sua sarà la mano forte di un uomo che non avrà paura.
E magari sarà la mano di un uomo che non metterà paura.
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