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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

Non è un paese per nonne

Tempo fa leggevo sul blog di Mammaholic, che seguo da un po' di anni, questo post: https://www.mammaholic.com/litalia-non-e-un-paese-per-mamme-il-nuovo-rapporto-di-save-the-children/ Ho pensato, con rabbia, a quanto avesse ragione, e alla mia situazione. Di colpo l'azienda mi ha stravolto la vita. Avrei accettato che mi dicessero ci dispiace ma è per motivi di budget. Mi hanno invece mentito, hanno sventolato promesse (come proroghe) a caso senza verificare, per poi rimangiarsele, mi hanno messo in un ufficio dove non sono competente e sono costantemente umiliata e svalorizzata, come una punizione. Mi hanno giudicata, perché non è femminista scegliere di dedicare del tempo alla famiglia, una laureata deve pensare alla carriera. E chi lo dice? Io oggi decido così, ma domani posso sempre cambiare, questa è la vera flessibilità. Così come una persona evolve e desidera mettersi alla prova con diversi lavori.  Sono stata giudicata come una lavoratrice a metà, mentre non

Io c'ero

Ero arrabbiata. Ero arrabbiata perché mi era stato tolto ingiustamente il part time e ne avevo bisogno. Mi sentivo in colpa e mi sento ancora tutt'ora in colpa verso i miei figli. Rimpiangevo il tempo che avevo prima, il tempo passato insieme ormai era andato. Poi ho realizzato un po' di cose...sì, la ritengo ancora un'ingiustizia, e ci tornerò, perché ritengo importantissimo e fondamentale che le aziende si sforzino di conciliare i tempi famiglia e lavoro. Mi manca il tempo con loro, arriva presto la sera e sono esausta e triste, e mi sento una madre peggiore. Se non hai nonni che possono e che vogliono gestirti tutto, o aiuti a pagamento, non ce la fai. Io sono oltre la stanchezza, oltre la rabbia. Ho capito però che prima io c'ero, e quel tempo è sì passato e mi è volato, e qualche volta mi è pesato perché fare la mamma è pesante e il lavoro a volte sembrava più uno spasso in confronto. Ma io c'ero, io ci sono stata, mi sono goduta i miei figli, ho sclerato e

La crisi

LA CRISI SECONDO EINSTEIN La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi.  La creatività nasce dall'angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.  E' nella crisi che sorge l'inventiva, le scoperte e le grandi strategie.  Chi supera la crisi supera se stesso, senza essere 'superato'. Senza la crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lieve brezze. Sono in crisi. Sono in quel mezzo del cammin di nostra vita, in cui mi ritrovo in una selva oscura, e la via è decisamente smarrita. Ero in una nicchia confortevole, con un lavoro soddisfacente, un part time che mi permetteva di conciliare tutto e non farmi domande. Eppure sapevo che era solo una bolla felice, me lo sentivo che sotto questa 'soddisfazione', c'era la crisi latente, sempre pron