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Il metodo danese per crescere bambini felici ed essere genitori sereni

Ed eccoci qui con l'ultima lettura, preso in biblioteca e finito in un battibaleno.Non credo nei 'metodi' e non sono il tipo che ne segue uno alla lettera come se fosse una bibbia. Non esiste un modo giusto in generale, ma si può prendere diversi spunti soprattutto da chi è molto diverso da noi. 
Ho voluto leggere questo libro perché mi incuriosisce capire come educano negli altri paesi e in particolare mi ispirava l'idea che i danesi hanno dei bambini.
Mi ispirava l'hygge (e mi ci ritrovo in pieno, io sono proprio una tipa da candele, copertina calda, fuoco nel camino, se avessi un camino, intimità e benessere, e una tazza con una bevanda calda come vorrebbe Sheldon Cooper)
Prendiamolo così, come uno spunto di riflessione e non come un vero e proprio metodo.
Queste sono le 'regole':

1- Play- gioco
2- Authenticity- onestà/autenticità
3- Reframing - ristrutturazione 
4- Empathy -empatia
5-No ultimatums
6- Togetherness and hygge
Non entrerò nel dettaglio perché lascio il piacere di leggerlo.
Partiamo dal primo: il gioco è una cosa seria. Io mi ci ritrovo, perché sono stata una bambina che ha giocato molto, annoiandosi e fantasticando, ero una giocatrice creativa e non ho mai avuto problemi scolastici o sociali, un po' di timidezza all'inizio che poi si è sbloccata facendo danza. 
Sono terrorizzata dai genitori che riempiono i figli di attività. Li ammiro, ma a me spaventa, non mi ci ritrovo e se devo essere così mi viene l'ansia, io non mi ci vedo a essere quel tipo di genitore. Perciò quando ho visto che i danesi lasciano libertà di gioco più che programmare mille corsi e riempire il loro tempo, la cosa mi ha incuriosito. Loro stanno benissimo, vediamo un po'.
L'autenticità.... è una cosa in cui mi ci ritrovo. Io sono abbastanza onesta coi miei figli, cerco di dosare la verità in base alla loro comprensione ed età, ma non mi nascondo dietro tante favolette..sono fatta così e mi fa piacere trovarmi d'accordo coi danesi. Pare che sia un bene, meno male.
La ristrutturazione è una cosa un po' più complessa e voglio davvero rileggerla con molta attenzione, ma ricordo questa frase: 'There is no bad weather, only bad clothing’.
La parola ristrutturazione in effetti non mi piace molto...ma in parole povere significherebbe che loro, anzichè fissarsi sulle cose negative, le ribaltano e si concentrano su quelle positive. 
Empatia. Questa è una mia dote. Ho tantissimi difetti e casini, ma in questa sono brava.
Cerco di insegnarla, non è facile sempre a dire il vero, bisogna imparare a comunicarla. 
Ma credo che sia fondamentale per gli esseri umani, una dote che va coltivata.
Sul no ultimatums non ci siamo.... io ero partita benissimo, ma adesso che sono due, quasi coetanei e si coalizzano e sono dei vulcani di energia, mi scappa l'ultimatum e mi inorridisco da sola perché mi sembra di essere i miei genitori, o tutti i genitori di tutti i miei coetanei. 
Cadiamo entrambi, io e mio marito, in quelli che l'autrice chiama automatismi, cioè dei comportamenti automatici che anche noi abbiamo 'subito', e quando siamo stanchi, nervosi, e non sappiamo come risolvere le cose, ci cadiamo dentro e li attiviamo. 
Se potessimo respirare un attimo e calmarci e fare un passo indietro, ci arriveremmo da soli, come ci arriviamo infatti dopo, a fine giornata ne parliamo spesso e ci rimproveriamo perché ci rendiamo conto che ci siamo comportati inutilmente come si comportavano i nostri genitori e senza ottenere nulla in realtà se non malumori. 
L'ultima mi piace moltissimo e mi ci ritrovo. 
Stare insieme, passare del tempo insieme, in intimità. Spero che duri anche quando saranno grandi...capisco che a 15 anni non ci saranno più i baci e gli abbracci ma spero che la mia compagnia non li disturbi mai, che cambierà il modo di rapportarsi ma che ci sia sempre quell'atmosfera di calore, di stare bene insieme nelle cose semplici, di allegria, di intimità. 
Sì, il modo di educare dei danesi mi sembra uno spunto interessante, mi piace!
 
 
 

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