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LOTTO MARZO - Chi offende la dignità della donna?

Avrete sicuramente letto il volantino della Lega di Crotone e tutte le polemiche a riguardo. 
Al di là di ogni schieramento politico e delle vostre idee personali... vi siete chiesti/e chi ci offende davvero?
Non esiste la donna nel giusto, la donna NORMALE, che segue il suo istinto NATURALE.

Non è giusta chi fa la madre e si dedica al marito e ai figli, non è giusta chi non si dedica a loro ma alla carriera, né è giusta chi figli non ne fa, chi è single, chi è omosessuale. 
Nessuna di queste donne è quella 'GIUSTA', 'NORMALE', 'NATURALE'.
Ogni donna che decide chi essere, che segue il suo cuore e la sua testa, è GIUSTA, perché è se stessa.
Questa è l'autodeterminazione. 

Nel volantino si legge: 
Chi sostiene una cultura politica che rivendica una sempre più marcata e assoluta autodeterminazione della donna che suscita un atteggiamento rancoroso e di lotta nei confronti dell'uomo.

Ma che cavolo di discorso è?
La vedete la mancanza di senso? Sono coloro che promuovono l'autodeterminazione a offenderci?
La donna che reagisce con rabbia verso l'uomo (in generale, non quella che reagisce con rabbia verso l'uomo che la tiranneggia, lì ha ragione) agisce male di testa sua, non certo perché è sbagliato il concetto di autodeterminazione.
Autodeterminarsi non ha niente a che vedere con l'altro,  non copiamo l'uomo , noi non siamo l'uomo e non vogliamo essere uomini. Siamo donne, siamo diverse, e difendiamo e rivendichiamo quello che siamo, sia nelle cose che ci avvicinano agli uomini, sia nelle cose che ci separano e ci rendono fondamentalmente diverse da loro. 
La bellezza della differenza sessuale, la bellezza della scoperta che ogni individuo è diverso al di là di ogni genere e sesso. 
Una volta c'era la donna che combatteva l'uomo ma cercava di emularlo. 
Ancora oggi (vedi mio ex capo donna, 'Miranda') molte donne si credono femministe comportandosi così. Da un lato aggressive, anche villane, ostentando una forza che nel profondo non hanno. Essere forti non è alzare la voce coi dipendenti e poi aprire la scollatura davanti ai superiori. Essere forti è essere se stesse e autodeterminarsi anche di fronte agli stereotipi.
Io di fronte a questa donna presunta femminista sono stata più forte, mi sono sottratta al suo gioco e ho mostrato che per me era più meritevole occuparmi dei miei figli che di lei.
Le ho mostrato che non credo nella sua idea di donna forte, che non sarò come lei e che sono più felice in un lavoro più umile meno apparentemente femminista, che seguire il suo esempio e essere sua vittima, di lei e dei maschilisti da cui comunque lei sempre dipende, povera illusa. 

Oggi il femminismo è diverso, oggi c'è una donna consapevole della sua forza, della sua bellezza, della sua ricchezza, che non si confronta più con l'uomo, che prenderebbe per mano quest'uomo e sarebbe alla pari, in collaborazione, se non fosse che troppi uomini temono, troppi uomini aggrediscono, troppi uomini tiranneggiano.
L'uomo intelligente, civile, che ama la donna, la prende per mano e insieme combattono per un mondo nuovo. 
Questo è il senso di questo femminismo, secondo me. E per molti altri e altre come me. 

Un mondo in cui non c'è rancore da parte di una presunta 'vittima', non vogliamo più essere vittime. Non c'è rancore perché non c'è una parte inferiore. Siamo uguali pur nelle nostre differenze biologiche, psicologiche, ma soprattutto individuali. Perché siamo diverse anche tra donne, e anche tra voi uomini. 

Non ci ribelliamo all'uomo in quanto maschio, ci ribelliamo ad un sistema maschilista fatto di uomini prepotenti, ma non tutti gli uomini sono così, perché ci sono tanti uomini come noi, e insieme possiamo costruire un futuro diverso. 

Sono gli uomini maschilisti che ci offendono, i politici anacronistici sputati fuori dal medioevo che ci offendono. 
Non siamo noi rancorose, e non per 'colpa' dell'idea di autodeterminazione.

Rancorosi siete voi, medievali, che temete la nostra forza, nostra e di uomini migliori di voi. 

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