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Guarigione

Alla fine, un lunedì come un altro, dopo una lotta interiore durata mesi, ho dato le dimissioni.

Una frase molto semplice e breve, detta ad alta voce, poco prima delle 9 del mattino quando ancora l'azienda era mezza addormentata e non riuscivo a realizzare nemmeno io l'importanza di quelle poche parole.

Di colpo tutto è sparito. L'ansia, le paure, l'angoscia, tutti i sintomi del corpo, non solo della mente.

Mi sono resa conto immediatamente che erano 9 mesi che non vivevo, che avevo questa angoscia mista ad ansia, OPPRIMENTE e COSTANTE.
Un malessere senza pause che mi stava logorando, e io ci ero quasi abituata.

Non ricordavo più cosa significasse stare bene, non mi ricordavo più com'era sentire di stare davvero bene, con lo stomaco leggero, la mente sgombra, senza la necessità di prendere le gocce.

Perché siamo arrivati a questo? Nessuno dovrebbe mai essere costretto ad arrivare a questo punto.
Non si dovrebbe mai arrivare a stare così male per il lavoro, così tanto da licenziarsi. 
Questo è il problema della mia azienda e probabilmente anche di altre.
Questo è mobbing (dall'alto nel mio caso, quindi BOSSING, nell'indifferenza di molti colleghi). 
Sapere di essere l'ennesima di una lunga lista non aiuta a stare meglio.

La mia storia non è la storia di nessun altro, ognuno conosce il suo limite, il mio è arrivato adesso.

Una mia collega ha avuto la forza di resistere molto di più e ce l'ha fatta.

Ognuno ha il suo limite, ognuno ha la sua storia.

Possiamo ragionare tutti, a mente fredda, dall'esterno, e dire ragionevolmente 'tieni duro, resisti, aspetta, forza e coraggio'. Ma quando sei dentro la situazione, non basta la ragione. Continuare a dirsi di resistere a un certo punto diventa una vera violenza.

Io che sono filosofa e venero il logos, la logica, il ragionamento, da un lato avevo la ragione che mi diceva: aspetta, resisti. Dall'altro un corpo che non rispondeva più, che non sentiva niente altro che il suo malessere, che si logorava.
Non riuscivo nemmeno ad accorgermi di un disegno fatto da mio figlio. 
Vivevo come separata, come in un incubo.
Da un lato avevo due sole ragioni: i soldi e la paura. I soldi, perché era un buon stipendio e con dei benefits. Potevo vivere con la metà, ma ovviamente erano bei soldi. I soldi piacciono, oltre che servono. Anche l'azienda parla solo di soldi, fa leva solo su quello.

La paura, perché c'è effettivamente sempre la paura di non trovare non solo un lavoro buono allo stesso modo ma subentra anche la paura di non trovarlo tanto presto.

Dall'altro lato mille altre ragioni, che urlavano sempre più forti. E più resistevo, appellandomi al logos e a quelle due ragionevoli motivazioni (soldi e paura) più l'inconscio spingeva, sputava fuori le sue ragioni, mi faceva stare male mi faceva vedere ovunque ragioni a farlo, a scappare.

Leggevo per caso ovunque messaggi, come se l'intero universo intorno a me mi stesse parlando.

Non credo che ci fosse un dio che volesse parlarmi e mandarmi messaggi.

Era il mio inconscio che mi faceva accorgere delle cose che volevo vedere perché erano vere, vere per me. Per me era vero che dovevo guarire, dovevo tentare, dovevo rischiare, dovevo stare prima di tutto bene. 
Mi dicevano, e so che è vero, che prima o poi sarebbe passata, che prima o poi lo sguardo dall'alto si sarebbe spostato su qualcun altro. Ma non potevo regalargli altro tempo, non avevo tempo, i miei figli mi scivolavano via, non volevo e non potevo regalare il mio tempo, il loro tempo e la mia salute, per i capricci di un management malato che vuole esercitare solo la forza e che odia le donne e le madri. 
Dovevo sottrarmi a questo gioco.

E poi? E poi l'ignoto. E a un certo punto, quella notte, prima di licenziarmi, è sbocciato un pensiero leggero e quasi allegro. Come la voce di un bambino, che mi diceva 'ce la faremo, e se non ce la faremo, ci rimboccheremo le maniche e ricominceremo e qualcosa troveremo'.

Come mi ha detto la mia collega, in fondo non importa cosa farai, se sei disposta anche a lavare i piatti ma sei serena, ma arrivi al mattino col sorriso e non con l'angoscia, e te ne vai alla sera stanca ma leggera col sorriso, e magari siete una famiglia (e non certi squali come qui) allora ne vale la pena. 
Adesso riesco a respirare. Adesso dormo la notte. Adesso lo stomaco è leggero, riesco a mangiare, non mi servono le gocce, non mi sento più continuamente oppressa e angosciata. 
Adesso sono tornata una persona normale e in salute.


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