Passa ai contenuti principali

Il mio capo è Miranda Priestley

Sì, il mio nuovo capo è tale e quale a Miranda Priestly.



Un po' meno patinata, meno fashion, ma me la ricorda molto.
Soprattutto quello sguardo da scanner, terrificante, che ti trasforma in una statua di pietra all'istante e ti toglie la capacità di proferire parole di senso compiuto.
L'atteggiamento è così simile che penso: ma che lo faccia apposta ad imitarla? Che abbia guardato e riguardato il film, stoppando sulle espressioni per assimilarle al meglio?
Io il dubbio ce l'ho. Anche certe scarpe che indossa me la ricordano molto.
Lo sguardo sempre serio, e quell'espressione di disprezzo con cui ti demolisce all'istante con poche parole. 
Vive in ufficio, da mattina a sera, e il suo sport preferito è prendere di mira e torturare i suoi zerbini. Cioè noi.
Questo è l'unico modo che conosce di fare il capo, ma su questo tornerò più avanti, perché ho molto da dire sull'argomento. 
Se siete capi o se state per diventarlo, vi consiglio di leggermi, perché essere un buon capo è la chiave del vostro successo, e fare il capo stronzo vi potrà sembrare la soluzione migliore all'inizio, ma nel lungo termine sarete solo odiati, e non aumenterete la produzione o la qualità del lavoro dei vostri sottoposti.
E poi mi chiedo, ma vi piace sentirvi odiati? Va bene che il vostro scopo è guadagnare, che avete delle pressioni che non voglio immaginare, ma vi aspetta una vita molto infelice e solitaria se cercherete di imitare certi personaggi, sia che appartengano allo schermo o che siano dei vostri ex capi.
La vita ha una scadenza per tutti, non guarda in faccia il ruolo o il conto in banca.
E mi sento di dire anche che la ruota gira, e potrebbe colpirvi sul muso, anche se ce l'avete al botox. 

Sullo schermo ci fanno sorridere e quasi simpatia i personaggi alla Miranda Priestley. 
Come Wilhelmina Slater  ad esempio (di Ugly Betty) . 
Ma nella vita reale secondo me questo genere di capi non funziona.

Non so se ci sia un messaggio nel film e nella serie che ho citato, ma io ne scorgo uno.

Miranda è un capo terribile, terrificante. Vive per la carriera e non ha una vita privata, e difatti divorzierà di nuovo.
Tutte hanno paura di lei, corrono e saltano a comando, non so se cercano di starle simpatici in qualche modo o piuttosto di passare inosservati e sopravvivere, non mi è chiaro.

Attenzione spoiler, non proseguire se non si ha visto il film.
Alla fine Andy, terrorizzata di essere come Miranda, di poter diventare anche solo simile a lei, e probabilmente spaventata anche dal fatto di avere l'autostima e quasi la benedizione della donna, come se fosse un passaggio di testimone, decide di andarsene, e di riprovarci davvero ad avere il lavoro che voleva all'inizio.
Non si lascia sedurre da Miranda. E il film ci suggerisce quasi che anche Miranda, alla fine la approvi e la stimi per il coraggio di aver fatto la sua scelta, anche se diversa dalla sua. 
In fondo ha dimostrato di essere molto determinata e coraggiosa, nel perseguire il suo sogno. Il sogno di Andy era solamente diverso da quello di Miranda.

Nella serie Ugly Betty, Wilhelmina è ancora peggio di Miranda, perché non è solo un capo cattivo, autoritaria, sempre accigliata, una persona sgradevole. 
Ma arriva a compiere anche cose moralmente riprovevoli (e illegali). 

A lei è contrapposto continuamente Daniel, il figlio del grande capo, quindi il raccomandato, incapace e molto immaturo.
All'inizio ci viene da pensare che sia lei a meritare il posto, almeno secondo il principio della meritocrazia. In fondo lei ha lavorato sodo per anni e anni, ha esperienza. Non credete?

Io no. Wilhelmina aveva certamente molta esperienza, era molto brava come direttore creativo, ma per essere il capo redattore, forse le mancava la dote più importante, che è quello che dimostrerà Daniel in seguito, crescendo, maturando, grazie alle esperienze che avrà e grazie al supporto della sua fidata assistente Betty.

Daniel dimostra a tutti di saper crescere, come persona oltre che come capo redattore. 
Non solo imparerà molto sulla moda, o sul gestire una rivista, ma imparerà moltissimo a trattare con le persone, siano esse i suoi dipendenti, sia i clienti e le persone con cui collaborerà.
La prima persona che imparerà a trattare sarà proprio Betty.
Imparerà a trattare le persone che lavorano per lui, proprio perché imparerà a relazionarsi con le persone, a creare squadra con loro, non umiliandole continuamente o sbraitando ordini alzando i tacchi con fare superiore. 

Ne 'il diavolo veste Prada' non avviene nessun cambiamento, nessuna rivoluzione all'interno della rivista, del luogo di lavoro.
Piuttosto  è Andy che impara una lezione e se ne va, perché restare lì significherebbe  diventare come loro, senza poter cambiare nulla, perché la rivista funziona così, perché Miranda è nel suo ambiente e lì regna, punto. 
Funziona così e non vale la pena di sprecarci tempo in fondo. Andy ha altro da fare, di più importante, e questa esperienza sarà solo una motivazione in più.
In 'Ugly Betty' invece Daniel e Betty riescono a trasformare un luogo di lavoro da stressante a piacevole, un luogo dove il capo è uno che incoraggia, che fa squadra, un amico insomma.

Quindi facciamo una riflessione: i film non sono certamente una scienza, ma c'è un insegnamento importante, e se ricorre, io un pensierino lo farei. 

Ampliamo il raggio, e includiamo un po' tutti i cattivi dei film. 

Onestamente , cari capi, ditemi: che gusto c'è ad essere cattivi? Vi sentite migliori, più fighi?

I cattivi guadagnano solo nel presente, magari per lungo tempo, ma alla fine perdono, perdono quasi sempre.

Voi non dovreste copiare i cattivi, dovreste copiare gli eroi dei film.
Dovreste essere più come Daniel, anche se vi sembra un cretino a volte, o un debole. 
Quella è la strada giusta.
Altrimenti saranno tante, ma tante, le buone teste come Andy, che con un'alzata di spalle, vi liquideranno, e avranno successo altrove.
Che ci crediate o no, la cosa più importante per una persona è lavorare sereno, non lavorare a colpi di frusta. 





Commenti

Post popolari in questo blog

IO, PRIMA DI TUTTO

Ho sempre guardato in modo sospetto le mamme a tempo pieno, lo ammetto. Mi dicevo che io non ce l'avrei mai fatta.  Sono una pessima casalinga... e in cucina dipende, vado a periodi. A volte ho tanta voglia mentre altre.. piuttosto un take away.  Mi sono sempre vista come una donna in carriera. Non troppo, perchè ho sempre ammesso di non sentirmi pronta per essere un capo, nè ora nè in futuro. A 50 anni forse? Chissà. Mi sono sempre immaginata lavorare, e lavorare a tempo pieno.    Forse è stato il non trovare il lavoro che fa per me, a iniziare a scavare il dubbio, come la goccia che scava la roccia. Forse è come per l'uomo giusto. Pensi di non voler mettere su famiglia, non ti vedi come moglie, come compagna, come madre, finchè non incontri la persona giusta. Probabilmente se trovassi il lavoro giusto, che amo veramente, la penserei diversamente.  Il punto è che adesso mi sono resa conto che sto alla grande, che sono felice davvero, senza quel genere di lavoro che p

FESTA DELLA MAMMA

Niente, sono fuori da quell'incubo da soli 3 mesi e mi sembra tutto molto lontano, un lontano e brutto ricordo. Non ho più lo stipendio buono con i buoni pasto e l'assistenza sanitaria, eppure non ho più attacchi di panico e ansia.  Il futuro non mi angoscia come prima.  Ma come mai? Prima era una continua angoscia, una corsa in centrifuga, ansia, incubi, attacchi di panico. Ero calma e un attimo dopo ovunque fossi, all'improvviso, mi mancava l'aria. Anche se ragionavo, se pianificavo e posticipavo il licenziamento ad un momento più ragionevole, il mio corpo si ribellava prepotentemente. Ho perso uno stipendio fisso, ho perso contro l'ingiustizia, contro chi odia le donne e le madri e le famiglie. Ho perso contro un'azienda che ha un solo obiettivo dichiarato: produrre ricchezza ai capi a discapito delle persone che spendono la loro vita per loro.   Ho perso contro capi aggressivi e prepotenti, ho perso contro la loro propaganda. Ho perso circa nove m